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Quando l’innovazione dei siti web dei Ministeri diventa una beffa…una storia divertente…

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E’ da molto tempo che non scrivo articoli sul blog. Purtroppo il tempo è davvero poco e mi risulta difficile conmtinuare a scrivere articoli che siano completi e possibilmente esaurienti come quelli che ho postato in precedenza su questo blog. La mia è una scelta. Piuttosto che scrivere articoli di 5 righi tanto per dire che ho aggiornato il sito, preferisco tacere ed aspettare tempi migliori. Però ogni tanto ti ritrovi coinvolto in situazioni che hanno quasi dell’assurdo e si devono raccontare per forza. Storie che, come nella migliore tradizione italiana, ti lasciano perplesso al punto da non sapere se ridere o piangere. Ed ecco che mi ritrovo a raccontare quello che mi è successo ieri dopo essermi iscritto ad un conosciuto portale ministeriale….

Premetto che eviterò di fare rifrimento diretto al sito in questione. Ahimè, vorrei evitare di avere noie visti i tempi oscuri in materia di libertà di informazione.

Detto questo, tutta la vicenda ha inizio in una conversazione elettronica con un amico. Più precisamente ero in chat con alcuni amici quando uno di loro mi rivolge una domanda sul se fossi iscritto ad un sito web ministeriale che consente di ottenere alcune informazioni personali. Alla mia risposta negativa, il mio amico mi esorta ad effettuare l’iscrizione sull’incriminato sito web.

Decido di accettare ed inizio ad iscrivermi. Effettuo tutta la procedura ed arrivo al punto in cui devo indicare una password per accedere al servizio. Chi mi conosce sa che io sono paranoico e che uso sempre password casuali generate da appositi software. Orbene, questa volta capita che inserisco la mia password ma dimentico di salvarmela nel mio portachiavi… nessun problema, penso. Adesso provo ad effettuare la procedura di ripristino della password…. ed inizia la parte interessante….

Il sito web del Ministero in questione NON HA UN METODO ELETTRONICO DI RECUPERO PASSWORD. Al contrario, chiedono di chiamare un numero verde. Armatomi di pazienza chiamo il numero verde.

Dopo tantissimi squilli (stavo per chiudere), mi risponde un operatore che mi chiede quale fosse il mio problema. Gli spiego cosa era accaduto per filo e per segno e che ho bisogno di recuperare la password di accesso al servizio. Sapete cosa mi ha risposto? Ve lo dico in breve… L’operatore mi chiede se possiedo un indirizzo di posta elettronica (sigh!) ed io gli rispondo affermativamente. A questo punto (mi raccomando non ridete troppo!) il caro operatore mi risponde…

HA PROVATO AD INSERIRE LA PASSWORD CHE USA PER LA SUA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA?”

Attonìto gli chiedo cosa significasse la sua domanda perchè davvero non capivo. E lui con molta tranquillità, come se stesse parlando con un imbecille, mi dice che è possibile che io abbia usato in fase di registrazione la stessa password della mia casella di posta elettronica e che forse dovevo usare anche per il sito del Ministero quella password! Da non credere. Ma se mi ha detto questo vuol dire che sono in molti a farlo! Ma non è finita qui…

L’operatore, convinto del fatto che non uso password come la mia data di nascita o simili ca**ate, mi inizia a fare una serie di domande per il recupero della password (finalmente!). Fino a che… sapete cosa accade? Mi dice testuali parole:

“Lei ha inserito in fase di registrazione questo indirizzo e-mail -mio indirizzo email-” ed io rispondo: “si, è corretto”. Credevo che mi venisse inviata una mail cona la procedura di riattivazione come accade sempre e invece sapete cosa mi dice l’operatore? Insiste in quello che aveva detto prima:

PROVI AD INSERIRE COME PASSWORD DI ACCESSO AL SITO DEL MINISTERO QUELLA CHE USA PER QUESTA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA“!

A questo punto mi innervosisco non poco e faccio presente al mio interlocutore che non sono solito usare password uguali per servizi differenti. Così l’operatore comprende che forse è il caso di resettare questa benedetta password ed inizia a farmi una serie di domande sul mio account. Alla fne di questa snervante procedura mi dice…

“Bene, le ho cambiato la password (cosa cosa?!?!?! Me la ha cambiata lui?!?!?!) e le ho inserito quest’altra”…. indovinate che password aveva inserito? Dai, non è difficile….

LA MIA DATA DI NASCITA! Sigh! Fortunatamente sono rientrato nel sito e l’ho immediatamente cambiata.

Adesso sorgono alcune domande… Ma è possibile che un Ministero per recuperare una password debba tenere attivo un call center? Non è un leggerissimo spreco? Io ho impiegato 7-8 minuti per ripristinare l’accesso quando in genere se perdo una password mi basta seguire una procedura online che dura non più di 40 secondi. E soprattutto. Ma perchè un operatore deve cambiare la MIA password con possibilità che acceda al mio profilo e, dunque, ad informazioni personali e riservate? E perchè si insiste nel chiedere di accedere con la password della casella di posta elettronica? A voi le risposte.. io per ora rido, ma ci sarebbe davvero da piangere!

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